domenica 23 aprile 2017

Lincoln, pensa te



Ho appena appreso quanto segue.

Sei ubriaco ed è notte fonda. Mentre torni a casa, passi davanti a un'automobile e ti accorgi che è aperta. Entri e ti fermi a dormire. La mattina dopo, senza arrecare alcun danno, esci e te ne vai.

Bene: negli Stati Uniti, puoi farlo: il proprietario non ti può denunciare - se non hai arrecato danni, e se non gli hai precluso l'utilizzo del mezzo. E per quest'idea liberale dobbiamo ringraziare Abraham Lincoln, che nel 1843, quando era un giovane e brillante avvocato, difese il caso Johnson v. Weedman. Convinse la Corte Suprema dello Stato dell'Illinois che il suo cliente, cavalcando per 15 miglia un cavallo non suo, non aveva commesso un reato.

Questo concetto si chiama "trespass to chattels". Sto frequentando un corso Coursera di American Common Law e mi sto divertendo molto.

mercoledì 19 aprile 2017

Media sotto la media?



Recentemente ho assistito a quanto segue. A un quotidiano importante è stata resa nota una malefatta di tizio, personalità pubblica di rilievo. Dopo meno di 48 ore, tizio ha cercato di risolvere il problema: qualcuno lo aveva avvertito.

Poi ho assistito a come il Fatto Quotidiano ha trattato le vicende del "presunto" "plagio" della "tesi" della Ministra On. Marianna Madia e dei "consigli alla lettura" dell'On. Prof. Francesco Boccia (è opportuno essere generosi con le virgolette). Qui (Madia) e qui (Boccia).

Tutti e due i Potenti hanno annunciato querele: Querela is the new "lei non sa chi sono io" (credit: Alessandra). E' l'arroganza del potere, ed è uno dei motivi per cui M5S ha successo. Ma passiamo di lato.

Oggi leggo le polemiche sulla trasmissione Report a proposito dei vaccini. Non l'ho vista ma mi fido per esempio dell'opinione assai critica di Roberto Burioni, che tanto tempo fa conobbi in altre più amene vesti.

Viceversa, il Fatto Quotidiano ha realizzato un buon lavoro con i "presunti" "plagi" di Madia e Boccia: conosco molto bene i due casi e la mia è un'opinione informata. Chi ce l'ha con quel quotidiano, con Travaglio e compagnia, avrà le sue buone ragioni. Ma intanto, una notizia con loro è andata sino in fondo: han fatto il loro mestiere. Altri più blasonati, no.

Avremmo bisogno di una stampa libera, forte, in grado di pagarsi gli avvocati per difendersi dalla Querele dei Potenti, e ne abbiamo solo brandelli. E' un grave problema. Quei brandelli di giornalismo critico hanno una responsabilità particolare: essere credibili. Perché là fuori è pieno di gente che solo aspetta un alibi per poterli criticare, e difendere poi qualunque cosa. Anche la fotografia in alto, se necessario e se arriverà il momento per farlo. Perché noi italiani abbiamo il nostro modo per adattarci a tutto.

E infatti qualcuno difende quel che segue:

L'IMT di Lucca ha deciso che il caso del "presunto" "plagio" della "tesi" Madia verrà giudicato da una commissione interna: "la commissione ha ricevuto il mandato di esaminare la sussistenza di elementi di criticità, in particolare con riguardo alla fattispecie di plagio, al fine di consentire al direttore Pietro Pietrini che sarà l'ultimo a decidere, se esistono i presupposti per andare avanti o archiviare la pratica."

Una commissione interna è contraria al buon senso, prima ancora che agli standard internazionali che dovrebbe seguire un'istituzione non dico eccellente, ma anche solo, non indecente. Ma qui di non indecente è rimasto bel poco.






sabato 15 aprile 2017

You Draw It

Questa nuova rubrica del New York Times è affascinante.

All'incirca, avevo indovinato, almeno le tendenze. Se nell'ultimo grafico in fondo alla pagina, che mette insieme le cause di morte, si aggiungessero i morti per terrorismo, si tratterebbe di una linea adagia sull'asse delle ascisse. Con solo una piccola punta in occasione dell'attentato alle torri gemelle.

Correggere le percezioni del pubblico sui rischi di morte sarebbe prioritario anche in Italia. L'ISTAT potrebbe fare una bella "infografica" di questo tipo.

venerdì 14 aprile 2017

Saluti



Poco fa, mentre ero nello spogliatoio della piscina, ho finalmente capito la ragione di una mia grande passione.

Ricordo d'infanzia. Ero seduto sul seggiolino posteriore della bicicletta della mia mamma. Mentre pedalava - l'immagine è molto vivida, eravamo in Via Tramazzo di fronte al campo allora ancora privo di palazzoni - ci viene incontro qualche sconosciuto, che io saluto. Forse mi viene un dubbio, chiedo a mia mamma se si salutano tutti quelli che si incontrano, e lei mi spiega che si salutano solo i conoscenti. Devo aver trovato quell'insegnamento curioso e notevole, se è uno dei pochissimi ricordi che ho di quella remota infanzia.

Nello spogliatoio, mentre mi infilo le scarpe uno sconosciuto se ne va e mi dice "arrivederci". Lo saluto anch'io, mi torna in mente quella scena remota, in Via Tramazzo, e mentre esco dico "buongiorno" a tutti quelli che incontro. Del resto, quelli della cassa credo che già mi conoscano per essere uno che saluta molto.

Via Tramazzo prende il nome dal Colle di Tramazzo, prima montagna, dove senza passar per strambi si salutano anche gli sconosciuti che si incontrano. Per questo sono appassionato di montagna, ho pensato. Ero un bambino un po' strano, e davvero ringrazio di esser riuscito, col tempo, a diventare normale. Anche frequentando luoghi a me adatti, come la montagna.

lunedì 10 aprile 2017

Coda di paglia



Siccome pare che io qui stia sempre a divertirmi, vorrei che risultasse anche il mio impegno professionale. Qui sopra, "as professional as it gets", mentre elargivo il keynote speech in apertura di una conferenza sulla corruzione, in terra straniera.

Sentire il dovere di precisare in tal modo, e con prova fotografica, giustifica il titolo di questo breve ed evitabile intervento: coda di paglia. Qui dentro tutto si giustifica vicendevolmente e tutto si tiene. Chiaro, Michele?

domenica 9 aprile 2017

Praga: non ci vivrei



Dove non giunsero le nostre legioni, infine piantarono la loro bandiera gli italiani.

I romani arrivarono (e per qualche tempo occuparono) l'area attorno a Brno, nella repubblica ceca. Non giunsero mai all'odierna Praga.

La mappa qui sotto (da Wikipedia: Romans in Slovakia) indica la situazione. L'imperatore era Marco Aurelio. La tribù contro la quale combattemmo, i Marcomanni - quella de la scena iniziale del film "The gladiator", per capirci.

Praga: bella, ma non ci vivrei? Non in questi termini. E' che fuori dai confini, per un verso, bad vibes, e poi, mancan le comodità.