giovedì 28 dicembre 2017

Indie


Si può viaggiare bene con libri che non c'entrano niente. Però in India ho sempre avuto con me libri azzeccati. India: A Million Mutinies Now di Naipaul mi accompagnò nel primo viaggio. La seconda volta che andai, mentre ero in Kerala lessi The God of Small Things di Arundhati Roy. Credo che quei due libri mi abbiano aiutato a capire un po' quel paese.

Arundhati Roy ha tardato venti anni per scrivere un nuovo romanzo, The Ministry of utmost happiness, e io lo stesso tempo ho atteso per tornare in India. E' andata a finire che ci sono rimasto solo due giorni, in India, ma sono comunque stati belli. Là e in aeroporto ho anche letto il suo nuovo romanzo, che è bello e molto duro. Aiuta a capire, anche lui, e in qualche modo si collega al "Million Mutiny" di Naipaul. Scritto quasi trent'anni fa, parlava di Shiv Sena e di nazionalismo Indu, e anticipava quel che poi sarebbe accaduto, e che ora la Roy racconta.

Cambiano i programmi, casualmente si perde e si trova, e per questo mi son trovato a Old Delhi anche se non era nei piani. Lì è ambientato il libro, in un quartiere affollatissimo di stradine che gravitano attorno all'enorme moschea. Le stradine che si vedeno nel video, che è di venerdì scorso e che andrebbe ascoltato a tutto volume, come il rumore dei clacson degli scooter e delle voci.

Sono anche arrivato a Agra e ho visto il Taj Mahal. Ammetto che mi ha colpito per la bellezza, alla quale le fotografie non fanno giustizia. Ammetto, perché di solito questi palazzoni molto turistici cerco di evitarli, a meno che non siano antichità romane - ho un rapporto contrastato con le Grandi Opere, con gli Imperi, e in ultima analisi con il Neolitico e i suoi sviluppi. E infatti evitai Agra quando tanti anni fa vi passai abbastanza da vicino, proprio perché il Taj Mahal non mi interessava.

Quest'anno ho letto davvero molto, dicono le mie statistiche personali di Anobii. Diversi libri a tema per le diverse Indie che ho visitato. Così, Álvaro Mutis, Gabriel Garcia Marquez, Alfredo Molano e Fernando Vallejo nei due viaggi in Colombia. Libri di storia d'"area" in tutti i viaggi, incluso le Filippine. Ho progredito nel mio progetto-mondo, che vorrei continuare anche l'anno prossimo. A volte ho il dubbio che sia un progetto insensato e folle, ma poi sento delle voci in latino che mi rassicurano.

Aggiungo l'ultima foto di una signora che puliva il suolo alla stazione ferroviaria di Agra. Non sono sicuro, ma mi pare che, in modo garbato, simboleggi uno dei tratti dell'India, e delle Indie: la grande disuguaglianza tra chi ha tutto e chi nulla. Dietro si vede un carico di carbone, anche lui a raccontare qualcosa.


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