domenica 17 aprile 2016

Democrazia 2.0



Non avete pensato ad una rettifica quando la Raggi vi ha smentito?

«No, perché non è un’operazione politica, ma è giornalismo 2.0».


Riporto l'intervista del Corriere della Sera a Erasmo D'Angelis (foto), direttore de l'Unità, in seguito alla pubblicazione di un video in cui erroneamente si era identificata la candidata 5 Stelle alla carica di sindaco di Roma, Virginia Raggi, insieme a Berlusconi.

La mia interpretazione dei fatti. I giornali sono in grave crisi, la situazione lavorativa è difficile, e si deve portare rispetto a chi cerca di campare. Noi osservatori dobbiamo inoltre ringraziare la fortuna dei tempi: le epoche di crisi sono le più democratiche, perchè valorizzano la fedeltà servile e così permettono alle persone prive di valore di distinguersi e di fare carriera. Persino di diventare il direttore di un foglio di partito.

Gli altri malvivono, o sono indotti a cambiare mestiere e ad arrabattarsi in altro modo. Loro, invece, pascolano nelle esclusive praterie della politica romana; proiettati verso un futuro personale auspicabilmente da buone vacanze estive, si aggiornano continuamente alle tendenze sociali più moderne, per captarne gli slogan. "Giornalismo 2.0". Ma de che!

Riporto tutto, perché è una bella testimonianza.

(da: Unità, il direttore ammette: «Raggi non era nel video con Berlusconi», di Maria Rosaria Spadaccino, Corriere della Sera, cronaca di Roma, 16 aprile 2016).


"Direttore avete chiesto scusa a Virginia Raggi?

«Ci siamo scambiati tweet la sera stessa. Ora è tutto a posto». Così Erasmo D’Angelis, direttore dell’Unità, commenta il video pubblicato dal suo sito di una ragazza molto somigliante alla candidata M5S, apparsa nello spot elettorale azzurro del 2008 con la canzone «Meno male che Silvio c’è», ponendo il quesito se si trattasse della Raggi.

Non avete pensato ad una rettifica quando la Raggi vi ha smentito?

«No, perché non è un’operazione politica, ma è giornalismo 2.0».

Vuol dire che non si fanno più verifiche?

«Voglio dire che la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità. Sono sicuro che anche il Corriere.it avrebbe caricato il video».
Ma lei non crede che potevate controllare?

«La somiglianza è oggettiva e i social pieni di “smanettoni” che segnalano foto e video. Questo è accaduto».

Ha richiamato il responsabile del suo sito?

«No, perché ha fatto bene a pubblicare quel video».

Ha fatto bene a pubblicare una «bufala»?

«Il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto».

Infine la Raggi deve ringraziarla?

«Sì, direi di sì».

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