lunedì 28 marzo 2016

Oblomov



Ho impiegato molto tempo, ma finalmente ho terminato di leggere Обломов, e mi è piaciuto molto. Quattro bei personaggi, due uomini e due donne - Oblomov e Stolz, Elena e Agafia. Trecento "anime", i servi che lavorano nella remota tenuta del Conte Oblomov, che da esse riceve di che vivere senza fare assolutamente nulla. Grazie anche a Stolz, che ogni tanto si fa vivo e con praticità tedesca gli sistema un po' i problemi gli economisti chiamerebbero "di agenzia".

Nikolay Dobrolyubov, a libro appena uscito (1859), ne scrisse una critica che rimase famosa. Affermò che al centro del bel romanzo non si trova Oblomov, ma l'oblomovismo ("обломовщина"). E alla domanda "Cos'è l'oblomovismo?", all'incirca rispondeva: le trecento "anime" sempre pronte a servire, e trattandosi di una condizzione "strutturale" per le elite russe (anche culturali), concludeva: "В каждом из нас сидит значительная часть Обломова, и еще рано писать нам надгробное слово" (In ognuno di noi si trova una parte consistente di Oblomov, ed è presto per decretarlo morto). Ha quindi torto Stolz, il gran positivista, quando afferma che il suo tempo è terminato. Ci vorranno ancora 60 anni, e una Rivoluzione furiosa, per cambiare quel mondo.

Non so perché, ma in passato mi ero fatto l'idea di aver già letto questo libro. Poi, tempo fa, guardando il film (un un bel film di Mikailkov, tutto su Youtube)), Несколько дней из жизни И. И. Обломова, mi resi conto che il mio cervello si era inventato tutto. Ho concluso che Egli (il cervello) si da arie con me stesso e complessivamente conduce una sua vita indipendente dalla mia e dal mio volere. Una specie di HAL 9000, e un po' sono preoccupato. Il relativo film (2001: Odissea nello spazio) credo di averlo visto, forse.

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