domenica 13 marzo 2016

L'opera in grigio



I fatti sono noti: Blu ha coperto con un manto grigio tutte le sue opere a Bologna, per protestare contro "i magnati", finché "magneranno" (vedi qui). Un magnate senz'altro è Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, che voleva "solo salvare i graffiti" (vedi qui) museizzandoli.

Due parole su Roversi Monaco, perché altrimenti non si capisce. E' protagonista di Bologna da decenni: Rettore dell'Università per quasi tre lustri, è stato capo della fondazione bancaria più ricca, e molto altro. Roversi Monaco, coi suoi settantotto anni, è un campione dell'Italia migliore: grazie a Dio ancora non mancano uomini dall'enorme esperienza che, anziché perder tempo coi nipotini come vorrebbero, si sacrificano sino all'ultimo respiro di vita in nome di alti ideali.

La querelle è accesa. C'è chi la butta in politica e loda il gesto di ribellione, e chi problematizza, per esempio chiedendosi sin dove l'artista possa pretendere di controllare la sua opera. E' un dibattito frusto, e invece di argomentare basterebbe citare a quale tra i canoni noti ci si iscrive. Passo oltre e dico la mia.

Per me la questione è semplice. Blu non ha distrutto nulla, ha soltanto sostituito le opere precendenti con suoi dipinti nuovi, in grigio uniforme. Vi si legge, in filigrana, un enorme "vaffanculo". Chi apprezza l'arte per così dire figurativa, preferirà i disegni d'antan e troverà triste quest'opera in grigio. Quest'ultima a me invece piace, forse perché ho una sensibilità estetica elementare e apprezzo l'arte didascalica, semplice e poco problematica. Trovo che un grigio uniforme sia molto descrittivo: difficile far meglio.

Torniamo a Fabio Roversi Monaco. Davanti a sé ha solo un'opzione sensata: insistere, come se nulla fosse, portando nel suo bel museo anche i nuovi dipinti di Blu, le sue opere in grigio. Ma non lo farà: se non gli è mai mancato un certo talento, non ha mai avuto vera grandezza.


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