mercoledì 22 luglio 2015

Ian e io



Non vedevo Ian da molto tempo. Santa Monica, 2004, c'era anche Val, che incontravo per la prima volta, e anche lei non rivedevo da allora. Ivy non era ancora nata.

Abbiamo cenato insieme. Ho mostrato ad Ian la bistecchiera, ormai senza un manico ma ancora funzionante, che mi lasciò in eredità quando nel '94 abbandonò Bologna. Quella bistecchiera che era arrivata con Ian dalla Francia. Non l'ha voluta indietro, ed ho sbagliato a non insistere, perché le cose hanno un alfa e un omega, e il destino di quella bistecchiera, francese e italiana, è Chicago, a casa di Ian.

Con Ian ho poche foto. A Santa Monica c'era un bel sole primaverile e le palme alte e sottili. In una foto, Ian è in un negozietto a Honk Kong e sta comprando delle pile. A Boston ci vedemmo in due diverse occasioni. Una conferenza, io sono in giacca e cravatta e esibisco un incongruo cartellino di appartenenza molto istituzionale. L'altra è la foto di un piccolo gruppo di persone, e siamo circondati da inventori famosi. C'era anche Claudio.

Via del Pratello e dintorni, una gita tra le zanzare e i vini delle Langhe, forse altro. Foto ipotetiche, era pre-digitale, dimenticate.



Via del Pratello e dintorni, e la Bologna che Ian ha fotografato ai Musei Vaticani qualche giorno in seguito al nostro incontro. Bologna è una macchia isolata e un po' indifesa in mezzo alla pianura, non ha dettagli e si è persa Piazza San Francesco, coi suoi alberi sui quali ci si può arrampicare.

Anticipando il viaggio a Roma abbiamo parlato del Panteon, della sua ammirabile cupola di quasi duemila anni, e di quanto perfetto sia quell'edificio. L'ultima foto della raccolta che Ian mi ha spedito, la raccolta di foto del suo viaggio in Italia con Val e Ivy, è proprio quella cupola del Panteon che toglie il respiro.



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