sabato 3 gennaio 2015

La comunity della reunion



La mia università ha deciso di creare la comunità dei suoi studenti, e per questo ha creato un nuovo sito: questo. "Entra nella community", invita, e pone un bel conto alla rovescia con day, hours, minutes, e seconds. Il tempo da noi scorre in inglese. Dalle ore in giù, al plurale; i day sono invece singolari, pur mancandone svariati.

E si sta organizzando una reunion, invece di una più prosaica riunione, con tanto di entrata nella community, credo da non confondersi con l'italiana comunità.

Il 19 dicembre scorso hanno inviato un messaggio di posta elettronica, immagino a qualche decina di migliaia di persone, per invitare a entrare nella comunity, con una sola m (vedi l'immagine). Forse chi ha scritto il messaggio è stato tradito dal subconscio, che lo tirava verso la lingua patria, e ne è uscito un pasticcio, da non confondersi col francese pastiche.

Un paio di mesi fa han chiamato le nuove aule del campus di Forlì il teaching hub (vedi qui. Stan perseguendo una strategia precisa: l'albertosordizzazione della più antica università del mondo.

Recentemente la mia università ha approvato un nuovo codice etico. C'è stata qualche polemica, a mio avviso esagerata, per via dell'articolo 15, comma 4, che recita: "L’Università richiede a tutti i componenti della comunità di mantenere un comportamento rispettoso delle libertà costituzionali, del prestigio e dell’immagine dell’Istituzione, anche nell’utilizzo dei “social media”".

Nella vicenda della comunity per la reunion countdown day hours etcetera, vi sono gli estremi per un'azione disciplinare nei confronti dei promotori dell'iniziativa, che è chiaramente irrispettosa del prestigio e dell'immagine dell'istituzione.

Si pone però un problema. Infatti, recita l'articolo Art 43, comma 1, del nuovo Codice etico: Le violazioni delle norme contenute nel presente Codice [...] sono valutate dal Rettore.

Strada senza uscita, anzi, dead end.

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