sabato 11 ottobre 2014

Fumate!



L'altro giorno il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presenziato alla posa della prima pietra di un nuovo stabilimento della multinazionale americana Philip Morris International. Nel nuovo stabilimento, che si trova a Crespellano, non lontano da Bologna, secondo quanto si desume dalla stampa verranno prodotte sigarette di nuovo tipo e "a potenziale rischio ridotto".

"Potenziale" e "ridotto": i danni "certi" e "enormi" del fumo alla salute sono noti. Ma siccome i paesi che lottano contro al fumo danneggiano la Philip Morris, questa talvolta risponde con gli avvocati: si considerino le azioni legali intentate nei confronti di Uruguay, Norvegia e Australia. E quanti più stabilimenti la Philip Morris avrà in Italia, tanto più potrà, in sede internazionale, sostenere di avere un legittimo interesse a proteggere i suoi investimenti (si veda il caso dell'Uruguay, per esempio): da oggi, in Italia, il fumo lo si potrà combattere un po' meno.

La presenza del Presidente del Consiglio è pubblicità regalata alla Philip Morris. Del resto, il nuovo stabilimento darà lavoro a qualche centinaio di persone, e senz'altro il Presidente Renzi è mosso da legittime preoccupazioni per il loro benessere. Inoltre, se allarghiamo la vista all'intera collettività nazionale, dobbiamo considerare che il fumo ha due effetti contrastanti: certo, fa incrementare le spese sanitarie, ma, accorciando la vita, fa risparmiare in pensioni. Per cui, con un po' di spending review sul lato dei costi, potrebbe anche essere che il tabagismo migliori le finanze pubbliche e, in ultima analisi, la felicità collettiva.

Un ragionamento economico di qualche tipo, del resto, spiega un più antico spot governativo a favore del fumo. Il manifesto sovietico raffigurato sopra è del 1950, e vi è scritto: "fumate sigarette!". Ne furono prodotte molte, all'interno del piano quinquennale, e con quella pubblicità generica - non è indicata alcuna marca - il ministero respnsabile tentò di incrementare i consumi. A discolpa degli autori, ai tempi di Stalin ancora non si conoscevano gli effetti mortali del tabacco.

Quale morale vogliamo allora trarre dalla vicenda. Secondo me, questa: la volontà governativa di pubblicizzare il tabacco può aversi all'interno di sistemi economici tra loro assai diversi, e indipendentemente dalla presenza o meno di un piano, sia esso quinquennale, o con qualunque altra scadenza temporale.

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