mercoledì 12 giugno 2013

Prism e io

Io già l'avevo detto, in un'intervista di due anni orsono a una prestigiosissima pubblicazione, che solitamente si legge da seduti.

"Il problema è che i padroni delle grandi piattaforme, attraverso tecniche cosiddette di data mining, oggi possono avere un’inedita visione su ampi ambiti di relazioni sociali. Per esempio, chi gestisce Facebook può seguire i movimenti di centinaia di milioni di persone, e le relazioni di vario tipo che si instaurano tra i membri di una rete di "amici". Si tratta di informazioni potenzialmente interessante per i servizi segreti (per i quali, paradossalmente, diventa interessante prender nota non solo di cosa fa chi è presente, ma anche di chi ha deciso di non esserlo). E l’FBI americana, cui un ordine segreto dell’allora presidente Bush, nel 2002, permise di spiare i cittadini statunitensi, penso sia abbastanza felice di sapere che una moltitudine dei medesimi è felicemente occupata all’interno di un unico sistema informativo, la cui porta di ingresso si trova ad un numero ragionevole di miglia dai loro uffici. Per quanto riguarda queste grandi piattaforme multitudinarie, due sono gli elementi chiave: per primo, esse accolgono numeri enormi di persone, e inoltre, il valore complessivo delle informazioni che contengono è di molto superiore alla somma delle informazioni individuali, se si dispone di tecniche di analisi abbastanza sofisticate".


"Il Grande Fratello? Se c'è non si occupa di noi. Intervista al professor Lucio Picci, docente dell'Università di Bolgona, esperto di innovazione tecnologica. Consumatori, il mensile dei soci Coop. Luglio 20112

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