mercoledì 4 luglio 2012

La speding review e il super consultant


I giornali di oggi raccontano gli esiti annunciati della cosiddetta spending review. Si è scelto un termine inglese per comunicare l'eccezionalità e la novità dell'esercizio, quando un buon governo dovrebbe sempre avere un'idea complessiva della spesa pubblica e mai sentire la necessità di ingaggiare un "super consulente" per rimediare.

L'affidamento al "super consulente" (diciamo meglio: stiamo parlando di un super consultant) comunica a sua volta l'inadeguatezza delle istituzioni ordinariamente preposte al controllo della spesa pubblica e rimanda al concetto di emergenza, che è italianissimo ed è per questo che non diciamo "emergency", se non quando vogliamo vagamente riferirci a degli ospedali nel lontano Afghanistan. Tutta l'operazione, insomma, è condotta su un terreno semantico a noi ben noto e, per questo, confortevole.

Una proposta concreta: bandiamo l'uso dell'inglese dal linguaggio governativo. Affidiamoci insomma alla se pur tenue speranza che cambiando il linguaggio si possa modificare l'altrimenti tetragona realtà.

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